Lavori privati di ristrutturazione in un condominio

Lavori privati di ristrutturazione in un condominio


La legge dice che il rumore non deve superare la normale tollerabilità ma è naturale che la ristrutturazione superi facilmente tale soglia. Pertanto il D.P.C.M. 1/3/91 prevede che il Sindaco possa autorizzare, in deroga al rispetto dei limiti di rumore, le attività temporanee quali icantieri edili. I comuni, per la maggior parte, si sono dotati del “Regolamento in deroga” e le leggi regionali prevedono precisi requisiti per poter fare la domanda di deroga. In sostanza bisogna dimostrare di adottare tutte le tecniche possibili per la riduzione del rumore, le macchine rispettose della norma C.E. 14/2000 e che si sarà in grado di rispettare i limiti alla deroga contenuti nei regolamenti comunali e più elevati di quelli delle normali sorgenti sonore fisse. Ciò però non può portare a impedire dei lavori in casa solo perché rumorosi. Inoltre ha pur sempre valore contrattuale il regolamento di condominio.

Rumori condominiali: cosa dice la legge?

Affrontiamo il problema del rumore in condominio partendo dalla normativa generale prevista dalla legge in tema di immissioni rumorose. Secondo il codice civile [art. 844], sono vietate le immissioni di rumore che superino la normale tollerabilità, avuto riguardo alla condizione dei luoghi. Si tratta di una norma generica che vale per tutti i rapporti di vicinato e, quindi, anche per il condominio.

Come si evince da quanto appena detto, il codice non stabilisce un’indicazione precisa riguardo all’entità dei rumori che possono essere tollerati: in altre parole, non ci si riferisce ad una misura esatta, bensì ad un criterio di buon senso.

La violazione della norma sulle immissioni rumorose comporta l’applicazione di due sanzioni precise, e cioè:

- il risarcimento a favore della persona danneggiata

- L’ordine di porre fine alla condotta molesta (tutela inibitoria)

Rumori: il regolamento condominiale

Oltre al disposto legislativo, statale o locale che sia, ogni condomino dovrebbe rispettare le fasce di silenzio previste nel proprio regolamento condominiale: si tratta di quelle ore che sono normalmente adibite al riposo delle persone e che, pertanto, vanno rispettate per il quieto vivere di tutti.

Di solito, le fasce “protette”, cioè quelle in cui è vietato fare rumore, vanno dalle 14 alle 16 e dalle 21 fino al mattino, verso le 8 circa. Di conseguenza, se il regolamento del condominio non dicesse nulla in proposito degli orari di riposo, si può fare riferimento agli orari qui indicati. La violazione degli orari condominiali può essere sollevata in sede di assemblea al fine di chiedere la cessazione del disturbo arrecato e il ripristino del rispetto delle regole comuni.

Rumori in condominio: cosa dice la Cassazione?

Sull’annosa questione dei rumori condominiali si è espressa più volte la Corte di Cassazione, la quale ha avallato un principio piuttosto elastico: per capire se un rumore è intollerabile o meno e, di conseguenza, per comprendere se esso è punibile, occorre fare riferimento alle condizioni naturali e sociali dei luoghi e alle abitudini della popolazione.

La Suprema Corte ha quindi stabilito che, ai fini della valutazione dell’immissione rumorosa, la violazione dei regolamenti comunali e condominiali è solamente indiziaria: ciò che conta è che, in concreto, il rumore sia intollerabile per una persona comune.


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