Organizzare party in casa, sul terrazzo o sul giardino: obblighi e divieti di legge

Organizzare party in casa, sul terrazzo o sul giardino: obblighi e divieti di legge

 

La prima cosa da fare é verificare che non vi siano particolari limitazioni all’utilizzo dell’appartamento privato da adibire a sede, occasionale, di un ricevimento. Vincoli di questo tipo però possono essere validi solo se il regolamento è stato approvato all’unanimità la quale si raggiunge in due modi: o con votazione in assemblea, alla presenza e con il consenso di tutti, oppure con l’accettazione del regolamento al momento dell’atto notarile di acquisto di ogni appartamento (quindi in momenti e contesti differenti). Un regolamento approvato a semplice maggioranza non può contenere divieti all’utilizzo degli appartamenti: la proprietà è infatti un diritto inviolabile che solo l’autolimitazione del titolare dell’immobile (che abbia accettato la clausola regolamentare) potrebbe giustificare.

Ma quali limiti può contenere un regolamento? È quasi impossibile che contenga il divieto ad organizzare feste in casa o che imponga di chiedere prima l’autorizzazione agli altri condomini, ma potrebbe ben stabilire degli orari di silenzio. Il regolamento è quindi il primo passo da cui devi partire per capire se si possono fare feste in casa.

Gli orari di silenzio

Al di là di quello che stabilisce il regolamento di condominio, occorre comunque rispettare gli orari di silenzio del riposo altrui. Questi non sono definiti dalla legge, ma il Codice civile dice che i rumori non possono essere “intollerabili”. Tale parametro viene, di fatto, accertato tutte le volte in cui l’immissione acustica supera di 3 decibel il rumore di fondo proveniente dalla strada. Per cui, tanto più si avvicina sera e l’esterno diventa silenzioso, tanto più bisognerà abbassare la soglia dei rumori. Si tratta di un criterio pratico, adottato dai giudici, ma che non ha comunque un corrispondente in alcuna norma di legge. Una cosa è certa: il fatto di organizzare una festa non presuppone che i vicini siano tenuti a una maggiore. 

Il consiglio è quindi di accertarsi prima delle altrui esigenze e di comunicare ai condomini confinanti le proprie intenzioni. Di solito, dopo le 21:00 bisogna abbandonare ogni rumore che può essere percepito oltre le pareti di casa; bisognerà quindi evitare di tenere alto lo stereo per spegnerlo completamente dopo le 23:00. Anche il calpestio delle scarpe sul pavimento dovrà fare molta attenzione a non disturbare chi ha iniziato a dormire. E così le voci, le grida e gli schiamazzi dovranno far in modo di non essere avvertiti dai vicini.

Cosa succede se eccedi coi rumori? La legge dice si commette reato (disturbo della quiete pubblica) solo se disturbo tutto l’edifico o gran parte di esso. Invece, se ad essere molestati sono solo i più vicini condomini allora l’illecito è civile. Nel primo caso soltanto i vicini potranno chiamare la polizia o i carabinieri, i quali potrebbero chiedere di smettere, ma non potranno certo portare il responsabile in questura o alla stazione più vicina.

Inquilino in affitto

Se si è in affitto non cambia nulla salvo che il contratto di locazione lo vieti. Non occorre neanche chiedere l’autorizzazione al padrone di casa. Ciò non toglie che se si violasse il regolamento di condominio quest’ultimo potrebbe – nei casi più gravi e ripetuti – procedere allo sfratto.




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