Disturbo quiete pubblica: quand’è reato?

Disturbo quiete pubblica: quand’è reato?


Il Codice penale [art. 459] punisce il «disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone» (quello che comunemente viene detto “disturbo della quiete pubblica). Nello specifico l’art. 459 recita così: «chiunque, mediante schiamazzi o rumori, abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, o suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, o gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309». Pertanto vengono distinte due ipotesi di reato: 

- il primo comma sanziona la condotta di «chiunque mediante schiamazzi o rumori disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici»

- il secondo comma punisce «chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni di legge o le prescrizioni dell’Autorità».

Affinché un rumore possa costituire reato e rientrare quindi nella fattispecie della norma appena riportata devono ricorrere i tre seguenti presupposti:

- il rumore deve realizzarsi attraverso uno dei mezzi tassativamente indicati dalla legge (schiamazzi, rumori, segnalazioni acustiche, strumenti sonori o, ancora, strepiti di animali), 

- il rumore deve essere percepibile da un numero indeterminato di persone 

- il rumore deve superare il limite della normale tollerabilità concretamente apprezzabile in relazione allo specifico ambiente e orario.

Quindi la norma non da riferimenti tecnici in ordine all’entità o al volume dei rumori. In sostanza ci devono essere potenzialmente più vittime, al di là del fatto che a lamentarsi sia una sola di queste (come da Sentenza di Corte di Cassazione n. 17811/2019). Ad esempio, se si canta la strenna natalizia sotto il balcone del tuo vicino di casa solo per fargli un dispetto, ma nei dintorni non ci sono altre case, non si commette reato: ad essere molestata è infatti una sola persona. Ma se si canta con una chitarra elettrica in mezzo a una piazza e tutti gli abitanti attorno sentono, a prescindere che sia giorno o notte, si rischia una denuncia.

Dunque, il reato scatta quando i rumori possono arrivare all’orecchio di più persone e, pertanto, vanno considerati intollerabili.

In tutto ciò influiscono le condizioni di tempo e di spazio: «di tempo» perché cantare con la stessa potenza in pieno giorno potrebbe non dare fastidio alla gente a causa dei rumori di fondo del traffico che ti coprono; «di spazio» perché cantare in piena campagna dove sono situate solo un paio di abitazioni non è reato (visto che non parliamo di una moltitudine di persone molestate) mentre lo è in un centro cittadino.

Insomma affinché scatti il reato di disturbo alla quiete pubblica è necessaria l’idoneità delle emissioni sonore ad arrecare pregiudizio ad un numero indeterminato di persone.





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